LA RADICE DELLA SUA CONCRETISSIMA UTOPIA

(Piantiamo una pianta per i 72 anni di Marco Lombardo Radice e ricordiamolo con i suoi scritti, foto e con l’attualità della cura e prevenzione per le patologie psichiatriche in adolescenza).

GIOVEDI’ 15 APRILE ORE 17
VIA DEI MARSI 77 AL GRANDE COCOMERO

Ormai sono tanti anni che non è più con noi, ma le sue scoperte, curiosità, intuizioni, continuano a vivere nella pratica clinica, nel bisogno di ascolto, nel profondo rispetto verso le nuove generazioni.

Per genitori e operatrici/ori della salute nelle realtà di prevenzione, cura, accoglienza per le patologie psichiatriche in adolescenza, la sua pratica clinica è una luce nel buio totale che li circonda e nella totale assenza di leggi e linee guida sulla complessità di queste patologie e su questa specifica fase di crescita (la legge Basaglia, la 180, si rivolge solo a chi è maggiorenne).

Credere negli adolescenti, non trasformarli in adulti cronici e senza prospettive, ascoltare il loro grido di aiuto senza volerli plasmare e condizionare, offrendo loro una mano che li tiri fuori dal baratro della sofferenza/solitudine psichiatrica, è la concretissima utopia di Marco. Quella che si è concretizzata e continua ad essere presente all’interno della Neuro Psichiatria Infantile di Via dei Sabelli, nei suoi scritti, nella verifica delle esperienze condivise e nella memoria di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, lavorarci insieme, attraversare con lui un percorso di cura e di vita.

Spesso ci viene da pensare cosa avrebbe fatto e detto lui di questo isolamento forzato? Della Didattica A Distanza? Delle strumentalizzazioni e bugie del mondo adulto sui bisogni di crescita che ignorano risposte, ascolto, rispetto verso i/le giovani? Dell’apertura dei nuovi 8 posti letto per l’emergenza psichiatrica a Via dei Sabelli, avvenuta pochi giorni fa dopo 10 anni di progetti e finanziamenti regionali, senza alcun interesse e prospettiva per la qualità della cura, da parte della Direzione Sanitaria e Generale del Policlinico Umberto 1; visto che mancano, caposala, psicologi, educatori, che gli infermieri presenti non hanno una formazione specifica e che oltre a letti e medicinali, ci sono spazi ridotti e la totale assenza di strumenti indispensabili per le attività riabilitative e per una reale articolazione dei progetti terapeutici individualizzati?

Sicuramente si sta agitando nella tomba col suo piglio deciso, urlando contro il menefreghismo che annienta il presente e cancella il futuro di queste nuove generazioni! Lui ha sempre rifiutato false soluzioni e non ha mai accettato compromessi perché il protagonismo dei/delle giovani e il rispetto/coerenza del mondo adulto sono gli elementi base, in tutte le fasi di crescita, per affrontare sia i disagi che le patologie in un ambiente di ascolto e di cura, capace di offrire e garantire benessere in una complessiva ripresa di vita.

Non è nostalgia o rimpianto il ricordarlo, perché lui è stato verifica e concretezza, perché le sue teorie ed esperienze sono state e sono l’unica concreta utopia per rivolgersi e lavorare con le nuove generazioni.

NOI CONTINUEREMO A FARLO VIVERE NELLE NOSTRE IDEE E ESPERIENZE E

CON LUI CONTINUEREMO A LOTTARE PER IMPORLE E CONCRETIZZARLE.

Il Grande Cocomero