Vincere una vertenza con la Sacra Famiglia non è cosa di tutti i giorni. Vincere poi quando sei schiacciato da un sistema di relazioni sindacali in cui tutte le altre OO.SS. stanno non dalla tua parte ma spudoratamente da quella della Fondazione diventa una cosa ancora più importante.
Le cause si vincono e si perdono. Ce lo siamo detti un sacco di volte. Ma quando è necessario bisogna farle, non solo minacciarle, come fanno alcuni leoni da tastiera di nostra conoscenza. Il 15 gennaio, nello stesso giorno in cui Sacra Famiglia aveva chiamato i carabinieri per cacciare dalla trattativa sul CIA i “non aventi titolo ad esserci”, noi abbiamo notificato alla Fondazione il nostro ricorso in giudizio per condotta antisindacale visto che ci ha impedito di partecipare alle trattative sul CIA, scegliendosi a suo piacimento le OO.SS. che potevano partecipare. Non è un caso che quel giorno altri siano rimasti invece bellamente seduti sulle loro seggiole a pontificare come se la cosa non li turbasse, perché se violazione di democrazia c’era stata non era cosa che li riguardava. Noi però siamo coriacei, duri a morire, non ci arrendiamo facilmente. Siamo andati avanti, fino in fondo, non ci siamo impanicati pensando che Sacra Famiglia si sarebbe difesa con le unghie e con i denti. Non abbiamo pensato al “bagno di sangue” a cui potevamo andare incontro sfidando le ire degli intoccabili.
Abbiamo pensato che era giusto farlo per le nostre compagne che ci hanno sostenuto nei momenti più difficili. Abbiamo deciso che lo dovevamo fare per Piera, per l’impegno e la passione che ci ha messo a servizio dei lavoratori, per il suo aver osato sfidare una Fondazione sempre più cinica, sempre più arrembante e vorace. Lo abbiamo fatto per sostenere gli RLS che non erano disponibili a far sconti sul diritto alla sicurezza.
Abbiamo osato e abbiamo avuto un riconoscimento importante. Sappiamo che non finirà certo con questo round ma per adesso il nostro allontanamento dalle trattative sul CIA è stato sanzionato da un Giudice del lavoro che ha condannato Sacra Famiglia per condotta di antisindacale ordinandole di riconvocarci alle trattative. Quella stessa condotta che una pletora di OO.SS. non è invece riuscita a far sanzionare nel famoso giudizio ex art. 28.
Le cause si vincono e si perdono. Oppure non si fanno come hanno fatto quelli che volevano solo tornare a contrattare, quelli che si sono inventati due schede dividendo ARIS e UNEBA sullo stesso integrativo.
Tutto lavoro inutile, secondo qualche grillo parlante, perché nel frattempo la preintesa sarà ratificata dal referendum truffa. Forse sarà così ma ancora non lo sappiamo. Quello che invece sappiamo è che la pronuncia del Tribunale getta una nuova ombra su come è stato gestito da Sacra Famiglia & Soci l’approdo al nuovo CIA.
Quello che sappiamo è che i lavoratori di Sacra Famiglia sono stati puniti dalla perfida legge del “piuttosto che niente meglio piuttosto …”. Sappiamo che sono stati presi in giro da chi ha dichiarato prima che ci si poteva opporre al passaggio di contratto e poi ha negato dicendo che il padrone poteva cambiare contratto come e quando voleva. Per altro li avevano presi in giro anche in precedenza convincendoli a votare a favore dell’accordo ponte per evitare il passaggio all’UNEBA.
Noi pensiamo che la preintesa del CCNL ARIS abbia rappresentato una vera e propria beffa per i lavoratori costretti a vedere il loro contratto di provenienza che si rinnova con aumenti che a loro non arriveranno perché qualcuno ha venduto il loro futuro.
Oggi il saputello della CGIL che ci ha accusato in assemblea di essere venuti poco alle trattative in Sacra Famiglia forse avrà qualche elemento in più per capire il motivo della nostra assenza.
Per ora almeno un mito è stato sfatato: Sacra Famiglia non è invincibile come ha fatto credere.
Milano 25.06.2020 COBAS Sanità Sacra Famiglia
Qui puoi leggere la sentenza vinta contro l’ Istituto Sacra Famiglia